Ogni danza e ballo ha i suoi movimenti specifici, i suoi passi tipici e dei movimenti che richiamano e formano lo stile della danza che si vuole imparare e a cui ci si approccia. Questi movimenti e passi, insieme, vanno a formare lo stile tipico che rende la danza facilmente riconoscibile anche ai non esperti. Come se formassero un marchio di fabbrica della danza presa in questione. Nel caso della danza del ventre è ancora più facile riconoscerne i movimenti tipici, essendo una danza che viene da un mondo totalmente diverso e lontano sfrutta dei muscoli e delle parti del corpo che di solito, per danze più conosciute e canoniche, vengono usati in modo diverso o non usati per niente.
Ad esempio il bacino è il punto in cui si condensano più movimenti in assoluto e di solito in altre danze è fondamentale tenerlo in linea e fermo. La sinuosità della danza orientale rendono le varie parti del corpo più morbide e il movimento che ne deriva coinvolge non solo il bacino ma anche l’addome e le spalle. Si concentra sulla parte superiore del corpo, solo perché è quella più visibilmente coinvolta, ma questo non toglie che anche i piedi e le gambe abbiano un lavoro di fondamentale importanza dovendo sostenere tutto il busto e la parte superiore del corpo in modo elegante e naturale.
I movimenti tipici della danza del ventre sono: movimenti a scatto, movimenti di bacino, la vibrazione e il movimento ondulatorio.
Il movimento a scatto
Movimento caratteristico della danza del ventre è quello a scatto, ritenuto tra i più semplici e costituito da colpi laterali. Come se si volesse chiudere lo sportello dell’auto o un cassetto o una porta ma usando solo i fianchi. L’esecuzione di tale movimento consiste in piccoli colpi da effettuare con il bacino, prima a destra e poi a sinistra. Il segreto per controllare alla perfezione il movimento del bacino, in modo tale da ottenere il classico effetto a scatto, è quello di praticare una contrazione del gluteo dallo stesso lato in cui si sta eseguendo il colpo laterale. Anche in questo caso, però, è necessario fare un po’ di pratica affinché i singoli movimenti vengano eseguiti in maniera sempre più naturale.
Il movimento ad otto orizzontale
In questo caso, la danza va eseguita posizionandosi all’interno di un ipotetico otto disegnato sul pavimento, realizzando un cerchio attorno ai propri piedi e disegnandolo con il bacino. Partendo dal fianco destro, si ruota verso sinistra, si sposta in modo sinuoso avanti poi verso destra e poi dietro; si fa continuare il movimento dal fianco sinistro, ruotandolo leggermente verso destra, spingendo la rotazione verso sinistra, per poi concluderla dietro.
ll movimento vibrato
Altro movimento classico della danza del ventre è la vibrazione, originariamente nota come “shimmy”. Esistono numerose variazioni del movimento in questione, ottenute tramite tecniche diverse, anche se il movimento tipico si ottiene piegando alternativamente e velocemente i fianchi e lasciando le ginocchia leggermente incurvate e morbide che seguono il movimento dei fianchi. L’errore più tipico quando si esegue, e si vede eseguire, il movimento per la prima volta è mettere troppa forza nelle ginocchia, come se il movimento partisse dalle ginocchia stesse e a lungo andare con il passare del tempo questo provoca delle lesioni ai legamenti del ginocchio perché sovraccaricati. Se fatto correttamente saranno le ginocchia a seguire i fianchi che si muoveranno verso l’altro e verso il basso in modo alternato e continuo. Esistono molte varianti dello stesso movimento date dalla velocità dell’ondulazione. Lo stesso movimento può essere fatto con il petto, muovendo sempre in modo alternato le spalle, sia verso destra che verso sinistra.
Il movimento ondulatorio
Il movimento ondulatorio di base è più complesso. Questo, infatti, viene identificato con una classica forma a S, da eseguire in serie con più cerchi. Il movimento ondulatorio per eccellenza è detto “cammello”: lo si esegue con tutto il corpo, ponendo il bacino all’indietro e formando un cerchio in avanti, contraendo al tempo stesso la parte superiore degli addominali. A tutto ciò si dovrà aggiungere la spinta del busto in avanti, per poi abbassarsi nuovamente. A questo punto inizia il movimento del bacino, il quale viene spinto all’indietro per poi riportarlo infine nella posizione iniziale. Il suo opposto si chiama “reverse” e si esegue con il movimento che parte dal bacino sale e si conclude all’altezza del petto.
ll movimento a cerchio
Il primo passo per riuscire ad eseguire i movimenti lenti base della danza del ventre è quello di visualizzare le figure da realizzare con il proprio corpo. La fìgura più semplice, in questo caso, è il cerchio. Per eseguire una circonferenza completa con i fanchi potete immaginare di posizionarvi con i piedi all’interno di un cerchio disegnato sul pavimento: per prima cosa dovrete spostare il bacino orizzontalmente verso destra, dopodiché lo spingerete in avanti per poi portarlo a sinistra. Il movimento si conclude riportando il bacino indietro e di nuovo a destra, tornando in linea poi in posizione centrale.
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Quando si inizia un nuovo corso di danza e si è alle prime armi, tutto sembra nuovo e inesplorato, la concentrazione e l’attenzione inevitabilmente si focalizzano sui passi e sull’apprendere la tecnica giusta. Molte altre cose passano in secondo piano perché non sono richieste dalla società di oggi.
Sei spinto a tentare di raggiungere un ideale sempre più astratto, a perseguire quella perfezione che in natura non esiste, che è stata appositamente creata dalla società odierna.
In questo nostro frenetico mondo, compulsivo ed efficiente, in cui dobbiamo vivere mostrandoci sempre al massimo, in cui dobbiamo dimostrare di avere la capacità di produrre qualcosa di utile e di indispensabile per gli altri e per la massa, sono pochissime le occasioni in cui possiamo soffermarci sul benessere fisico e mentale.
La danza del ventre è una di quelle discipline che si affacciano al mondo orientale e in generale a uno stile di vita che predispone l’individuo a meditare e a trovare la giusta connessione tra il corpo, la mente e lo spazio che lo circonda.
Nella cultura e nel mondo orientale la gioia di vivere e la danza che esprime tale gioia viaggiano di pari passo, questo è dovuto alla cultura e al modo di vivere arabo. Un mondo in cui il contatto fisico è di vitale importanza fin dai primi minuti di vita, così la corporeità diventa importante e istintiva. Fin dai primi istanti, in cui si viene al mondo, si è gestiti fisicamente in modo diverso rispetto che nei paesi occidentalizzati, si gioca spesso con persone adulte o coetanee in modo divertente e intenso verso una fisicità che sembra estranea al mondo occidentale. Questa caratteristica spicca in modo evidente se si mette a confronto il modo di vivere e di crescere delle due parti del mondo (occidentale e orientale) A differenza del mondo occidentale che è un luogo in cui spesso si gioca con oggetti inanimati e digitali, soprattutto se si prendono in esame gli ultimi decenni, che hanno visto il progredire delle nuove tecnologie, che sembrano aver preso il posto delle carezze e degli abbracci, atti istintivi e spontanei di ogni essere umano. Nelle terre di ponente il contatto con altri sembra sempre essere mitigato o ostacolato da qualcosa anche solo dallo spazio che istintivamente si frappone tra le persone, spazio che ci insegnano a chiamare con il termine di “sfera personale”. Vi è mai capitato di correre in metro, o per strada, e qualcuno che va nella direzione opposta alla vostra cerca di evitarvi ma andate tutte due, per qualche istante, o verso destra o verso sinistra cercando di evitare lo scontro?? Non state cercando in realtà di non scontrarvi irrimediabilmente ma solo di preservare il vostro spazio personale, indipendentemente da chi sia l’altra persona diventa di fondamentale importanza il fatto di non essere toccati o che l’altro non invada il vostro spazio. Si ha bisogno di mettere distanza tra se stessi e gli altri. Non state facendo nulla di male in realtà, siete solo il prodotto di una educazione, di un abitudine, di una cultura e di alcune regole che perdurano da secoli e che comportano delle conseguenze nel modo di percepire gli altri e il mondo che ci circonda. Ad esempio nei paesi Occidentali il bambino viene toccato da estranei molto raramente e difficilmente andando incontro a un distacco con le persone che lo circondano da subito andando incontro a una realtà più fredda e distaccata, artificiale, in cui domina, di solito, il bianco degli ospedali o comunque di luoghi sterili che perseguono l’igiene in modo meticoloso. I nuovi nati nel mondo Orientale vengono cresciuti in un clima diverso dal nostro, in un ambiente più abituato al gioco e al contatto fisico Così facendo tendono a crescere con una spiccata ironia e un umorismo molto particolare e solare difficilmente, poi crescendo, andranno incontro a depressione, malumore o ansia, mali che affliggono la nostra società da molto tempo.
Che poi tutto questo, questo loro modo di vivere, il loro istinto predominante alla giocosità, si rifletta in modo del tutto naturale nella danza, come anche in altre attività, è perché il concetto di danza o comunque di modo di muoversi per molti gruppi etnici in Oriente non è separabile dalla quotidianità.
Così la danza orientale diventa un buon punto di partenza per affacciarsi a una cultura del tutto diversa dalla nostra per coglierne gli aspetti più divertenti e che meglio possono farci comprendere come vivere con una maggior connessione con gli altri ma, in particolar modo, con noi stessi.
La predisposizione mentale che offre questa disciplina si riflette sul fisico aumentando la tonicità e flessibilità di tutto il tuo corpo. Durante il percorso imparerai ad avere coscienza della tua femminilità e personalità sviluppando un rapporto completo con la fisicità individuale, riuscendo a capire meglio anche te stessa.
Quante occasioni hai per soffermarti a pensare su come stai realmente? Su come sta il tuo corpo?
Quanta consapevolezza hai del tuo fisico, e delle sue qualità? Come scopri realmente le potenzialità del tuo corpo? Come ti soffermi su te stesso in un mondo che ti spinge più all’isolamento alla riflessione al pensiero astratto di te stesso senza poi andare a scavare nel tuo modo di vivere il mondo che ti circonda?
Ecco cosa fa realmente lo studio della danza: ti rende maggiormente consapevole di te stesso, del potenziale che emerge con il movimento, ti insegna a goderti il corpo che hai attraverso il movimento fai.
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Accettare il proprio aspetto valorizzandolo nella sua particolare bellezza, al di là degli stereotipi che impongono una immagine standardizzata di avvenenza femminile che non corrisponde alla realtà, è uno dei benefici di questa forma d’arte che, con la sua qualità di movimento rotonda e continua, ci aiuta a goderci la piacevolezza di stare nel corpo, nel nostro corpo, senza giudizi né confronti.
Nella danza del ventre tutte le parti del corpo sono coinvolte, ed è quindi limitativo soffermarsi ai soli benefici che questa offre riguardo ai movimenti del bacino. I suoi movimenti permettono un miglioramento della postura generale ed insegnano una fluidità di movimento elegante e funzionale ad un corpo più sano, possono regalare una maggiore flessibilità di tutte le articolazioni, la muscolatura acquisisce forza e flessibilità, e persino offrire un valido aiuto per alleviare i dolori mestruali, grazie ai movimenti vibratori e ondulatori ad una maggiore ossigenazione degli organi. Si possono così ri-scoprire le potenzialità del nostro corpo, raggiungendo una nuova consapevolezza che permette di essere più libere interiormente.
Il lavoro corporeo della danza del ventre non ha controindicazioni: sono movimenti dolci, a basso impatto, e non richiedono forti sollecitazioni del ritmo cardiaco. Possono essere eseguiti in modo personalizzato a seconda delle condizioni fisiche.
E’ quindi una danza che fa bene al corpo e allo spirito a qualunque età ed in qualsiasi periodo della vita.
La musica araba ha un effetto rilassante: i brani orientali con ritmi giocosi portano la mente lontano dal quotidiano, regalandoci facilmente il sorriso.
Il forte contenuto percussivo della musica araba ci aiuta a ricollegarci con la terra, con la nostra essenza umana, la nostra parte più spontanea e giocosa.
Introduce l’ascolto di una musica suggestiva che contiene l’intera gamma delle emozioni umane e numerosissimi ritmi (più di 100!), i quali danno un’impronta particolarmente terrena ed originale ai brani.
La danza del ventre è una danza semplice e spontanea che ogni donna può praticare a qualsiasi età ed è basata sul rilassamento e su una gestualità naturale nel rispetto dell’essere umano: corpo, emozione, mente e spirito.
A livello fisico impariamo ad usare il nostro corpo, a conoscerlo e a goderne, a curarlo senza esserne schiavi, a sentirci a nostro agio nella nostra pelle. Scopriamo la gioia di un corpo sano e vitale, elastico, attraente al di là dei canoni estetici correnti e variabili.
Impariamo a usare lo spazio intorno a noi, impariamo la forza dello sguardo e la grazia delle mani, la compostezza del gesto nella sua fluidità e semplicità.
A livello emotivo/energetico: un corpo sano è legato al fluire armonioso dell’energia che lo rende vitale.
Attraverso i movimenti della colonna vertebrale e del bacino si ha un effetto simile a quello dello yoga nell’attivazione dei chakra e nel risveglio di kundalini. Questa energia che si sprigiona in noi ci consente progressivamente di padroneggiare le nostre emozioni senza reprimerle e, quindi, di viverle pienamente.
La nostra vita è nelle nostre mani e ne diventiamo consapevoli e capaci di dirigerla, imparando a essere sincere con
noi stesse come sincero è il nostro corpo danzante nella sua spontaneità.
Impariamo a non perseguire ciò che non ci corrisponde solo perché è di moda o perché qualcun altro lo pretende.
Impariamo ad essere noi stesse sul piano emotivo come sul piano fisico.
Il primo beneficio di questa forma d’arte è che ci aiuta a rallentare, con la sua qualità di movimento rotonda e continua, a goderci la piacevolezza di stare nel corpo, nel nostro corpo, senza giudizi né confronti: l’atmosfera è serena, quasi fuori del tempo, e ci regala benessere.
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Quando negli anni ’80 i primi milanesi con spirito di avventura cominciarono a viaggiare in Medio Oriente rimasero colpiti dalle danze e dalle musiche di quelle regioni. Milano non era ancora realmente pronta e soltanto nei primi anni ’90 si diffusero corsi e locali dedicati.
Per chi era affascinato da questa cultura, c’erano i ristoranti arabi o locali vari che proponevano serate con spettacolo dal vivo: il primo fu il mitico Ristorante Il Casello, alla stazione della Bovisa, soprattutto quando Leila, la cuoca libanese, attuale proprietaria del ristorante Ali Baba, a fine serata, usciva dalla cucina e ballava meravigliosamente per gli ultimi clienti ed amici rimasti, con un sorriso di pura felicità, e poi il Nilo Blu, il Sahara, l’Accademia, il Pireo, il Faraone, e in seguito il centro culturale El Nadi El Massri, l’Ali Baba, l’Aladino… diversi anni dopo sono arrivati Al Jadida e Riad Yacout.
Per poter avere un costume o anche semplicemente abiti per la lezione era necessario cucirli e ricamarli a mano da sé o mettere in azione amiche, mamme e nonne, e sfruttare le costosissime passamanerie di “Tutto per la sarta” infilando a mano tutte le perline per le frange: un lavoro immane! Oggi è sufficiente fare un ordine on line…
Entrare in un negozio e cercare dischi di musica araba era una vera avventura: venivi guardato come uno stravagante, con gusti strani, e comunque, una volta superato l’eventuale imbarazzo, ciò che riuscivi a trovare erano canti delle confraternite religiose incisi da qualche antropologo negli anni ’70, musica berbera di tradizione folkloristica algerina, qualche disco di cantanti che ancora oggi ci stiamo domandando come mai fossero sul mercato italiano 30 anni fa, visto che non erano alla moda neppure nel loro paese d’origine all’epoca (marketing internazionale ante-litteram?), qualche incisione di concerti araboandalusi. Noi che cercavamo musica per la danza del ventre ne uscivamo con il portafogli vuoto perché compravamo tutto il comprabile, ma era solo musica da ascolto, ottima per formarci l’orecchio.
Per scovare musiche ballabili la tecnica efficace era un’altra: avvicinare qualsiasi persona provenisse da un paese arabo, meglio se l’Egitto (ma all’epoca non capivamo profondamente la differenza culturale fra un marocchino e un mediorientale) un vicino, la cuoca di un ristorante, l’amico di amici, e chiedergli se avesse consigli musicali da condividere. Il giorno seguente arrivava con musicassette scritte in arabo, di solito con una foto di una danzatrice sul frontespizio (che per noi erano curiosissime perché si aprivano al contrario, come i loro libri!) e noi ci tuffavamo a far copie pirata di queste canzoni che già nell’originale erano spesso registrate male, o che si interrompevano a metà o che recavano segni evidenti di errori di registrazione o di danni della pellicola audio…
Il venerdì sera Radio Popolare emetteva un programma, intitolato Radio Shaabi, in cui c’era musica araba di ogni tipo, dai cantautori politicizzati libanesi e palestinesi, ai grandi cantanti egiziani, alle musiche per bambini, alle canzoni popolari: una vera Mecca della musica orientale! Anche quello veniva registrato e ascoltato con grandissima attenzione e dedizione.
Se poi qualcuno riusciva ad andare a New York o a Parigi o a Londra, era d’obbligo chiedergli di far visita ad un negozio di dischi, poiché là era già possibile trovare materiali, magari prodotti in america…
I video erano comunque il momento più importante del nostro apprendimento: in Viale Montenero c’era un videonoleggio gestito da arabi, che dava anche in prestito videocassette degli spettacoli televisivi delle grandi star egiziane, come Nagwa Fouad, Suheir Zaki, Mona el Said, Fifi Abdo. Negli anni ’80 non in tutte le case si trovava un videoregistratore, ma averne a disposizione due per fare la copia era davvero un problema, e quindi si doveva magari organizzare la duplicazione grazie ad un amico tecnologico e compiacente, o recarsi a casa di qualche vicino con il nostro videoregistratore in una borsa per collegare i due apparecchi. Le immagini erano sgranate ma i costumi, i movimenti, le ambientazioni sceniche erano comunque visibili e affascinanti.
Da allora le scuole e gli insegnanti si sono moltiplicati tanto che in tutta Milano e provincia i corsi di danza orientale sono forse migliaia. La grande diffusione della danza araba si può verificare anche dal grandissimo successo che hanno i locali che propongono questa forma di intrattenimento, o la quantità di siti che vendono accessori on line, e grazie a queste musiche hanno coinvolto ed affascinato migliaia di persone in Lombardia.
Acquistare musica è semplicissimo, e quasi non più necessario, dato che su spotify si trova ormai qualsiasi cosa. I video sono disponibili senza sforzo alcuno su youtube, a costo zero. On line si trovano montagne di informazioni culturali, molte delle quali non proprio corrette, ma comunque facendo le opportune ricerche ci si pò fare una cultura abbastanza buona in materia.
Prima di tutto perché è molto divertente e dà un senso di benessere. E poi perché a noi milanesi stressati (o imbruttiti, come piace ai Facebook-dipendenti), ossessionati dal nostro aspetto fisico, dai nostri “rotolini di morbidezza” e dalla lotta senza quartiere contro la cellulite esibire con orgoglio le nostre “curve del benessere” e renderci conto che possiamo evitare di vergognarcene e anzi, possiamo farne una bandiera del nostro aver fatto la pace con noi stesse, dedicarci ad una forma di danza che non richiede un fisico da modella e che esalta invece il nostro corpo nella sua naturale bellezza, rotondità comprese, fa molto bene.
Inoltre, lavorando profondamente sulla nostra autostima, ci aiuta ad essere naturalmente meno timide, contribuisce a ridimensionare i problemi della vita quotidiana, e costituisce un antidepressivo naturale ed efficiente, privo di controindicazioni (in realtà ne può avere una sola: crea dipendenza!), e ci porta in mondi diversi dal quotidiano, esotici, nei quali possiamo sentirci liberi di essere davvero noi stessi spogliandoci delle convenzioni sociali che dobbiamo utilizzare quotidianamente in ufficio.
I maghrebini sono molto socievoli ed estroversi, i mediorientali sono maestri di ospitalità, gli egiziani sono spiritosi ed allegri, e tutti quanti sanno bene cosa significa fare festa: probabilmente per un milanese, educato all’indiffidenza ed alla riservatezza, sono un esempio di un altro modo di vivere e socializzare, che si esprime al meglio attraverso la danza.
Per informazioni sui corsi di Danza del Ventre a Milano, in zona Porta Romana e Loreto, contattaci! 0258317962 [email protected]
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