Danza orientale alla Meneghina

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La Madunina e il Medioriente: amore da oltre 30 anni

Saggio di danza del ventre

Saggio di danza del ventre

Quando negli anni ’80 i primi milanesi con spirito di avventura cominciarono a viaggiare in Medio Oriente rimasero colpiti dalle danze e dalle musiche di quelle regioni. Milano non era ancora realmente pronta e soltanto nei primi anni ’90 si diffusero corsi e locali dedicati.

Per chi era affascinato da questa cultura, c’erano i ristoranti arabi o locali vari che proponevano serate con spettacolo dal vivo: il primo fu il mitico Ristorante Il Casello, alla stazione della Bovisa, soprattutto quando Leila, la cuoca libanese, attuale proprietaria del ristorante Ali Baba, a fine serata, usciva dalla cucina e ballava meravigliosamente per gli ultimi clienti ed amici rimasti, con un sorriso di pura felicità, e poi il Nilo Blu, il Sahara, l’Accademia, il Pireo, il Faraone, e in seguito il centro culturale El Nadi El Massri, l’Ali Baba, l’Aladino… diversi anni dopo sono arrivati Al Jadida e Riad Yacout.

 

allieve danza del ventre

Allieve di danza del ventre

Per poter avere un costume o anche semplicemente abiti per la lezione era necessario cucirli e ricamarli a mano da sé o mettere in azione amiche, mamme e nonne, e sfruttare le costosissime passamanerie di “Tutto per la sarta” infilando a mano tutte le perline per le frange: un lavoro immane! Oggi è sufficiente fare un ordine on line…

La difficile ricerca della musica

Entrare in un negozio e cercare dischi di  musica araba era una vera avventura: venivi guardato come uno stravagante, con gusti strani, e comunque, una volta superato l’eventuale imbarazzo, ciò che riuscivi a trovare erano canti delle confraternite religiose incisi da qualche antropologo negli anni ’70, musica berbera di tradizione folkloristica algerina, qualche disco di cantanti che ancora oggi ci stiamo domandando come mai fossero sul mercato italiano 30 anni fa, visto che non erano alla moda neppure nel loro paese d’origine all’epoca (marketing internazionale ante-litteram?), qualche incisione di concerti araboandalusi. Noi che cercavamo musica per la danza del ventre ne uscivamo con il portafogli vuoto perché compravamo tutto il comprabile, ma era solo musica da ascolto, ottima per formarci l’orecchio.

Per scovare musiche ballabili la tecnica efficace era un’altra: avvicinare qualsiasi persona provenisse da un paese arabo, meglio se l’Egitto (ma all’epoca non capivamo profondamente la differenza culturale fra un marocchino e un mediorientale) un vicino, la cuoca di un ristorante, l’amico di amici, e chiedergli se avesse consigli musicali da condividere. Il giorno seguente arrivava con musicassette scritte in arabo, di solito con una foto di una danzatrice sul frontespizio (che per noi erano curiosissime perché si aprivano al contrario, come i loro libri!) e noi ci tuffavamo a far copie pirata di queste canzoni che già nell’originale erano spesso registrate male, o che si interrompevano a metà o che recavano segni evidenti di errori di registrazione o di danni della pellicola audio…

Il venerdì sera Radio Popolare emetteva un programma, intitolato Radio Shaabi, in cui c’era musica araba di ogni tipo, dai cantautori politicizzati libanesi e palestinesi, ai grandi cantanti egiziani, alle musiche per bambini, alle canzoni popolari: una vera Mecca della musica orientale! Anche quello veniva registrato e ascoltato con grandissima attenzione e dedizione.

Se poi qualcuno riusciva ad andare a New York o a Parigi o a Londra, era d’obbligo chiedergli di far visita ad un negozio di dischi, poiché là era già possibile trovare materiali, magari prodotti in america…

I video erano comunque il momento più importante del nostro apprendimento: in Viale Montenero c’era un videonoleggio gestito da arabi, che dava anche in prestito videocassette degli spettacoli televisivi delle grandi star egiziane, come Nagwa Fouad, Suheir Zaki, Mona el Said, Fifi Abdo. Negli anni ’80 non in tutte le case si trovava un videoregistratore, ma averne a disposizione due per fare la copia era davvero un problema, e quindi si doveva magari organizzare la duplicazione grazie ad un amico tecnologico e compiacente, o recarsi a casa di qualche vicino con il nostro videoregistratore in una borsa per collegare i due apparecchi. Le immagini erano sgranate ma i costumi, i movimenti, le ambientazioni sceniche erano comunque visibili e affascinanti.

La situazione di oggi

Gruppo di allieve di danza del ventre

Allieve

Da allora le scuole e gli insegnanti si sono moltiplicati tanto che in tutta Milano e provincia i corsi di danza orientale sono forse migliaia. La grande diffusione della danza araba si può verificare anche dal grandissimo successo che hanno i locali che propongono questa forma di intrattenimento, o la quantità di siti che vendono accessori on line, e grazie a queste musiche hanno coinvolto ed affascinato migliaia di persone in Lombardia.

Acquistare musica è semplicissimo, e quasi non più necessario, dato che su spotify si trova ormai qualsiasi cosa. I video sono disponibili senza sforzo alcuno su youtube, a costo zero. On line si trovano montagne di informazioni culturali, molte delle quali non proprio corrette, ma comunque facendo le opportune ricerche ci si pò fare una cultura abbastanza buona in materia.

Perché questa danza affascina così tanto il milanese?

studiare la danza del ventre

Studiando la danza del ventre

Prima di tutto perché è molto divertente e dà un senso di benessere. E poi perché a noi milanesi stressati (o imbruttiti, come piace ai Facebook-dipendenti), ossessionati dal nostro aspetto fisico, dai nostri “rotolini di morbidezza” e dalla lotta senza quartiere contro la cellulite esibire con orgoglio le nostre “curve del benessere” e renderci conto che possiamo evitare di vergognarcene e anzi, possiamo farne una bandiera del nostro aver fatto la pace con noi stesse, dedicarci ad una forma di danza che non richiede un fisico da modella e che esalta invece il nostro corpo nella sua naturale bellezza, rotondità comprese, fa molto bene.

Inoltre, lavorando profondamente sulla nostra autostima, ci aiuta ad essere naturalmente meno timide, contribuisce a ridimensionare i problemi della vita quotidiana, e costituisce un antidepressivo naturale ed efficiente, privo di controindicazioni (in realtà ne può avere una sola: crea dipendenza!), e ci porta in mondi diversi dal quotidiano, esotici, nei quali possiamo sentirci liberi di essere davvero noi stessi spogliandoci delle convenzioni sociali che dobbiamo utilizzare quotidianamente in ufficio.
I maghrebini sono molto socievoli ed estroversi, i mediorientali sono maestri di ospitalità, gli egiziani sono spiritosi ed allegri, e tutti quanti sanno bene cosa significa fare festa: probabilmente per un milanese, educato all’indiffidenza ed alla riservatezza, sono un esempio di un altro modo di vivere e socializzare, che si esprime al meglio attraverso la danza.

Per informazioni sui corsi di Danza del Ventre a Milano, in zona Porta Romana e Loreto, contattaci! 0258317962 [email protected]

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