Il fascino di un’evoluzione in gruppo
La Tribal Bellydance, è un’evoluzione della danza orientale in chiave occidentale, nata nel 1987 a San Francisco (USA). Ideatrice e fondatrice di questo nuova forma d’arte è Carolena Nericcio, che nello stesso anno diede vita a “Fat Chance Bellydance”: la prima compagnia ad incarnare questo complesso di movimenti. questi ultimi si modellano sulle danze Mediorientali, ma anche sulla Baratha Natyam e sul Flamenco.
L’interesse per le arti corporee, dalla danza ai tatuaggi, influirono molto nella creazione di questo stile: sia nell’estetica dei movimenti sia nei costumi. La Tribal Bellydance si caratterizza per l’uso di costumi e gioielli dal forte richiamo etnico: essi si compongono di numerosi elementi estetici provenienti da altrettanti contesti culturali, dalle cinture afghane ai choli (top) indiani. L’intenzione era di rendere un tributo alle ghawazee, danzatrici gitane dai costumi riccamente decorati.
La sua caratteristica principale è che nasce come una danza performativa sempre in gruppo: la Tribe, formata da almeno tre persone e basata sull’improvvisazione. Esiste un leader che dirige il gruppo e due o più followers (seguaci), che ne replicano i movimenti. Alla guida è la danzatrice più a destra nella formazione, ma è in continuo mutamento: a turno ogni ballerina conduce, avendo così il proprio momento di improvvisazione semi-solistica. Per far in modo che le ballerine si coordinino fra loro esiste un variegato sistema di combinazioni (veloci o lente a seconda del ritmo), di segnali e giochi di sguardi, che le la Tribe condivide e che utilizza giocosamente durante la danza.
Il risultato è una performance “apparentemente” coreografata: lo spettatore ha l’impressione di assistere ad una vera e propria coreografia, ma in realtà è la sintonia tra ballerine e l’improvvisazione guidata a creare la magia.
Approda in Italia nel settembre 2004, grazie ai tour della troupe americana “Bellydance Superstars” e, in particolare, grazie alle performance di Rachel Brice, danzatrice e coreografa, allieva di Carolena Nericcio. Essendo fusione di diverse discipline, è una danza in continua evoluzione. Dall’originaria “Fat Chance Bellydance” si sono generate varie scuole e vari stili, ad esempio “Gipsy Caravan”: esportato da Paulette Rees Denis (danzatrice, coreografa ed ex collaboratrice di Carolena) e “Black Sheep Bellydance”.
Le stesse allieve di Carolena Nericcio, partendo dall’ATS (American Tribal Style), hanno forgiato nuovi stili di danza: l’esempio più famoso e che ha avuto un boom sorprendente negli anni più recenti è stato quello della Tribal Fusion. Incarnato da Rachel Brice, è uno stile sviluppato fondendo elementi dello yoga, della breakdance, della danza indiana e della danza orientale. L’attenzione maggiore è focalizzata sulla stratificazione dei movimenti muscolari e l’intensa sinuosità, che rendono questa danza affascinante allo sguardo ed articolata nell’esecuzione.