Danza del ventre: la gioia di scoprire se stessi
Quando si inizia un nuovo corso di danza e si è alle prime armi, tutto sembra nuovo e inesplorato, la concentrazione e l’attenzione inevitabilmente si focalizzano sui passi e sull’apprendere la tecnica giusta. Molte altre cose passano in secondo piano perché non sono richieste dalla società di oggi.
Sei spinto a tentare di raggiungere un ideale sempre più astratto, a perseguire quella perfezione che in natura non esiste, che è stata appositamente creata dalla società odierna.
In questo nostro frenetico mondo, compulsivo ed efficiente, in cui dobbiamo vivere mostrandoci sempre al massimo, in cui dobbiamo dimostrare di avere la capacità di produrre qualcosa di utile e di indispensabile per gli altri e per la massa, sono pochissime le occasioni in cui possiamo soffermarci sul benessere fisico e mentale.
La danza del ventre è una di quelle discipline che si affacciano al mondo orientale e in generale a uno stile di vita che predispone l’individuo a meditare e a trovare la giusta connessione tra il corpo, la mente e lo spazio che lo circonda.
Nella cultura e nel mondo orientale la gioia di vivere e la danza che esprime tale gioia viaggiano di pari passo, questo è dovuto alla cultura e al modo di vivere arabo. Un mondo in cui il contatto fisico è di vitale importanza fin dai primi minuti di vita, così la corporeità diventa importante e istintiva. Fin dai primi istanti, in cui si viene al mondo, si è gestiti fisicamente in modo diverso rispetto che nei paesi occidentalizzati, si gioca spesso con persone adulte o coetanee in modo divertente e intenso verso una fisicità che sembra estranea al mondo occidentale. Questa caratteristica spicca in modo evidente se si mette a confronto il modo di vivere e di crescere delle due parti del mondo (occidentale e orientale) A differenza del mondo occidentale che è un luogo in cui spesso si gioca con oggetti inanimati e digitali, soprattutto se si prendono in esame gli ultimi decenni, che hanno visto il progredire delle nuove tecnologie, che sembrano aver preso il posto delle carezze e degli abbracci, atti istintivi e spontanei di ogni essere umano. Nelle terre di ponente il contatto con altri sembra sempre essere mitigato o ostacolato da qualcosa anche solo dallo spazio che istintivamente si frappone tra le persone, spazio che ci insegnano a chiamare con il termine di “sfera personale”. Vi è mai capitato di correre in metro, o per strada, e qualcuno che va nella direzione opposta alla vostra cerca di evitarvi ma andate tutte due, per qualche istante, o verso destra o verso sinistra cercando di evitare lo scontro?? Non state cercando in realtà di non scontrarvi irrimediabilmente ma solo di preservare il vostro spazio personale, indipendentemente da chi sia l’altra persona diventa di fondamentale importanza il fatto di non essere toccati o che l’altro non invada il vostro spazio. Si ha bisogno di mettere distanza tra se stessi e gli altri. Non state facendo nulla di male in realtà, siete solo il prodotto di una educazione, di un abitudine, di una cultura e di alcune regole che perdurano da secoli e che comportano delle conseguenze nel modo di percepire gli altri e il mondo che ci circonda. Ad esempio nei paesi Occidentali il bambino viene toccato da estranei molto raramente e difficilmente andando incontro a un distacco con le persone che lo circondano da subito andando incontro a una realtà più fredda e distaccata, artificiale, in cui domina, di solito, il bianco degli ospedali o comunque di luoghi sterili che perseguono l’igiene in modo meticoloso. I nuovi nati nel mondo Orientale vengono cresciuti in un clima diverso dal nostro, in un ambiente più abituato al gioco e al contatto fisico Così facendo tendono a crescere con una spiccata ironia e un umorismo molto particolare e solare difficilmente, poi crescendo, andranno incontro a depressione, malumore o ansia, mali che affliggono la nostra società da molto tempo.
Che poi tutto questo, questo loro modo di vivere, il loro istinto predominante alla giocosità, si rifletta in modo del tutto naturale nella danza, come anche in altre attività, è perché il concetto di danza o comunque di modo di muoversi per molti gruppi etnici in Oriente non è separabile dalla quotidianità.
Così la danza orientale diventa un buon punto di partenza per affacciarsi a una cultura del tutto diversa dalla nostra per coglierne gli aspetti più divertenti e che meglio possono farci comprendere come vivere con una maggior connessione con gli altri ma, in particolar modo, con noi stessi.
La predisposizione mentale che offre questa disciplina si riflette sul fisico aumentando la tonicità e flessibilità di tutto il tuo corpo. Durante il percorso imparerai ad avere coscienza della tua femminilità e personalità sviluppando un rapporto completo con la fisicità individuale, riuscendo a capire meglio anche te stessa.
Quante occasioni hai per soffermarti a pensare su come stai realmente? Su come sta il tuo corpo?
Quanta consapevolezza hai del tuo fisico, e delle sue qualità? Come scopri realmente le potenzialità del tuo corpo? Come ti soffermi su te stesso in un mondo che ti spinge più all’isolamento alla riflessione al pensiero astratto di te stesso senza poi andare a scavare nel tuo modo di vivere il mondo che ti circonda?
Ecco cosa fa realmente lo studio della danza: ti rende maggiormente consapevole di te stesso, del potenziale che emerge con il movimento, ti insegna a goderti il corpo che hai attraverso il movimento fai.